Franco Mistrali: il maestro nascosto di Bram Stoker 2° e ultima parte

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Franco Mistrali: il maestro nascosto di Bram Stoker 1° parteArticolo di Matteo Mancini.

Innestato sul richiamo iniziale che suggerisce una storia gotica, sia Mistrali che spesso e volentieri Stoker costruiscono un intreccio politico e bellico, dal taglio giallo, che prende a poco a poco piede scalzando l’iniziale trama fantastica. Ecco che The Lady of the Shroud, presentato quale romanzo horror gotico, si trasforma in un intrigo internazionale in cui si combatte per l’indipendenza di un piccolo e immaginario stato balcanico minacciato dall’invasore turco. Alla stessa maniera avviene ne Il Vampiro di Mistrali. Le congetture iniziali legate alla natura diabolica della damigella amata dal Conte Kostia vengono presto scalzate da una trama gialla, di valenza storico-politica, in cui si muovono personaggi aderenti a un’organizzazione che lotta per l’indipendenza della Polonia dalla longa manus dell’impero russo rappresentato dallo Zar Nicolò. I sospetti paranormali o legati al mondo dell’oltretomba ricevono, come in The Lady of the Shroud, una spiegazione razionale e fanno parte di un complesso schema di vendette ordite da un colonnello russo responsabile di una serie di congiure ai danni dello zar.
Si tratta di uno schema ricalcato anche da The Mistery of the Sea, uscito cinque anni dopo Dracula. Pur dotato di una sottotrama effettivamente fantastica, è un romanzo che volge presto verso la spy story. Stoker lo avvia parlando di “seconda vista”, premonizione e dipingendo una processione di fantasmi che fuoriescono dall’oceano e camminano sulla spiaggia, dirigendosi verso un pozzo. La partenza fantastica però, ancora una volta, viene scalzata da una trama che si orienta sempre più sul giallo politico-internazionale con rimandi storico-sociali, in cui trovano spazio una rete di sequestratori spagnoli e i servizi segreti anglo-americani. Al centro della disputa c’è un antico tesoro ispanico celato nelle profondità di uno scantinato che sarebbe dovuto servire, ai tempi dell’Invincibile Armata, per la conversione dell’eretica Inghilterra al cattolicesimo. Ne viene fuori un intrigo intercontinentale, dove prosperano le sostituzioni di persona e persino una serie di lettere scritte in codice. Ancora una volta Stoker rimanda a Mistrali. Crittografia e sostituzioni di persona, infatti, sono anche al centro de Il Vampiro. Se il protagonista di The Mistery of the Sea viene a capo del mistero su cui ruota la vicenda, grazie alla giusta interpretazione di una serie di lettere provenienti da uno stato straniero (la Spagna) intercettandone il senso in virtù del sistema di cifratura ideato da Francesco Bacone (codice biletterale), il protagonista de Il Vampiro riesce a decifrare le lettere provenienti dall’est Europa scritte con un cifrario connesso alla Bibbia e per questo sequestrate dal Principe di Monaco. Moltissimi sono poi i camuffamenti con personaggi che si celano sotto mendaci spoglie e altri che si spacciano per ciò che non sono, dando vita a una moltiplicazione di identità fittizie.
Vediamo dunque quanto Mistrali e Bram Stoker siano guidati da ispirazioni affini.
Un altro motivo di spiccatissimo contatto tra i due autori è la componente romantica che caratterizza le loro opere. Sia con Mistrali che con Bram Stoker l’amore smielato, quasi sempre innescato da un colpo di fulmine, è il motore che funge da traino alla narrazione. È questo a innescare i personaggi ed è questo a tenere viva la storia, sia nel bene che nel male.
Mistrali, forse più di Stoker, è un narratore strappato alla poesia. Il suo romanticismo è disperato, continuo, martellante. “L’amore sfugge a tutte le analisi. Si ama perché si ama. Sarebbe vano domandare all’amore della logica. I greci nel loro favellar per miti lo idearono cieco e fanciullo: cieco perché non vede il reale, ma l’ideale; fanciullo perché non ubbidisce alla ragione…. Il vero amore, quell’amore che domina tutta una vita, è una rivelazione, un colpo di folgore: è il riconoscersi di due anime che si sono amate in un’altra vita remota. Un tale amore è rarissimo. È insieme croce e delizia, tormento e gaudio. Quando si manifesta è prepotente come la tempesta… La virtù lo eleva alle celestitudini della gloria e del genio; il vizio lo sprofonda negli abissi del delitto. Felice, crea il poema,ispira l’arte; disgraziato, arma la mano del geloso assassino o del povero suicida.” Ecco che Il Vampiro, pur nella sua natura di giallo mosso dalla vendetta e pur essendo flagellato da una lunga sequela di omicidi seminati nel tempo da un assassino subdolo, svela la sua vera natura. Mistrali, come saranno quasi tutti i romanzi di Stoker (alcune dei quali manifestatamene rosa), consegna ai posteri un’opera all’apparenza macabra, con momenti evocativi di un terrore non ancora manifestatosi nella letteratura italiana, che si dischiude in un poetico idillio incentrato sull’amore tragico.

Tutti i personaggi che appaiono nel romanzo sono alle prese col mal d’amore, ben più di quelli di Stoker. Nelle opere dell’irlandese difatti subentra sovente un epilogo felice (costituiscono eccezioni il primo elaborato di Bram Stoker, The Crystal Cup, e il primo finale di The Jewel of the Seven Stars).
Nel testo di Mistrali il nobile sentimento è soffocato da volontà politiche, desideri di vendetta riconducibili a erronee rappresentazioni della realtà indotte da falsi consiglieri e da sentimenti non ricambiati che gettano discredito sull’onore del respinto. Solo il protagonista, un artista che ha da poco perduto l’amata, riuscirà a placare il dolore che trova residenza nel suo cuore, grazie a una nuova fiamma da cui viene prontamente ricambiato. Gli altri, per un motivo o per un altro, saranno condannati alla sofferenza e la morte sarà la loro unica liberazione.
“La morte è trasformazione. Lo spirito vive una vita sempiterna e trasmigra di forma in forma, di stella in stella. L’universo è una gran scala d’amore. L’amore è l’arbitro del mondo.” Una visione che si tinge di pessimismo, che immagina la presenza di un “uomo del destino”, Mefistotele, “un uomo fatale, ministro di un’ira implacabile, freddo esecutore di una sentenza, che segue” l’uomo condannato dalle colpe dei padri “fin dall’ora della nascita come l’ombra segue la luce.” La vita diviene così espiazione di peccati commessi altrove o da altri, trampolino di lancio per le vite ulteriori, banco di prova per accedere a superiori livelli di esistenza. “Le grandi passioni logorano la vita. Gli angeli invidierebbero la felicità di due anime fuse in un vero ricambiato amore, e il fato, inesorabile che vieta la pienezza del gaudio sulla terra, se il miracolo avviene, non tarda a scagliare contro le invidiate anime il dardo vendicatore.”
Merita grande attenzione la figura dell’antagonista del romanzo, il villain che muove i fili del giallo su cui sarà fatta, via via, luce. Il conte Ludowiskoi (e le sue altre identità, ovvero il dottor Wladimirowich o il vecchio Eliam) infatti è una sorta di anticipazione sia di Abraham Van Helsing (a sua volta sviluppato sul Dr. Hesselius di Le Fanu) che di Dracula, dei quali costituisce interessante sintesi. Ex soldato al soldo dello zar di Russia, poi ribellatosi allo stesso (così come Dracula si ribella alla fede ortodossa), anch’esso Conte, è un uomo alla maniera di Van Helsing che mischia la medicina alla tradizione esoterica, a metà strada tra la scienza e la superstizione1. Sono l’egoismo e la sudditanza a una donna che non merita di avere come moglie ad averlo votato al male.

“Povera scienza umana” esclama verso la fine del romanzo “quanto sei lontana dall’apogeo cui credi di toccare! La vera scienza è nel passato: essa dorme in seno alle piramidi di Cheope e in grembo alle sfingi di Tebe.” Sembra di leggere passaggi che saranno mutuati da Stoker in The Jewel of the Seven Stars, opera in cui l’irlandese vede nel progresso sociale contemporaneo un regresso rispetto all’antica saggezza egizia in cui la magia era l’ars regia. Al pari della villain del romanzo di Stoker, Wladimirowich è un esperto conoscitore di sostanze venefiche che inducono stati di morte apparente (che si registrano anche in The Jewel of the Seven Stars) ed è inoltre uomo propenso a compiere esperimenti alla stregua di quelli effettuati dai protagonisti di The Jewel of the Seven Stars, al fine di dimostrare l’immortalità dell’anima con conseguenziale possibilità per la stessa di ritornare in circolo mediante la trasmigrazione in un altro corpo (Mistrali, così come Stoker, crede nella reincarnazione). Abile nell’isolare, mediante la semplice puntura di un ago, i sensi delle cavie animali a cui sottopone le proprie intuizioni, riesce a portare a termine la scoperta che da un vero significato (oltre al compimento della vendetta) alla sua esistenza. Ludoswiskoi comprende per tale via il segreto della vita. “Il sangue accusa, il sangue punisce”. In un piccolo atomo è condensato l’odio o l’amore provato da una persona verso l’altra, quasi come se in una piccola goccia di sangue fosse distillato il complesso più ampio delle emozioni che formano i pensieri di una persona. La scalata verso la conoscenza però parte dall’odio. Costretto a sposare la donna amata dal futuro zar per ordine del padre dello stesso, che non tollera che il figlio corra dietro a una damigella della madre, Ludowiskoi/Wladimirowich si trova iniziato a un ordine esoterico, denominato “l’ordine dei Vampiri”, che trama contro lo zar per l’indipendenza della Polonia. Dapprima graziato dallo zar, Ludowiskoi diviene un esperto alchimista (proprio come Dracula) dopo esser stato deportato in Siberia. Qui fugge dalla prigionia e viene preso sotto l’ala protettrice di una strega, che lo trasforma in un medico esperto di sostanze venefiche nonché studioso del sangue umano analizzato con piglio esoterico. Una trasformazione non poi troppo lontana da quella suggerita da Stoker per Dracula. Nel celebre romanzo dell’irlandese la trasformazione in vampiro viene imputata a qualche rito misterioso di sangue appreso a seguito dell’ammissione in una scuola iniziatica transilvana, cosiddetta “dei solomonari”, presieduta direttamente da Satana, chiamato a formare studenti destinati a diventare dei maghi neri. Ed è proprio questo che diviene Ludowiskoi, che condivide con Dracula il titolo di Gran Maestro di un ordine esoterico (nella fattispecie “I Vampiri”). Mistrali carica l’evoluzione/involuzione del personaggio mostrandolo di ritorno presso la corte dello Zar, sotto menzognere spoglie, dopo esser scampato al rogo in cui muore la strega che lo ha forgiato. “Vi fu persino chi affermò di aver veduto il demonio in persona errare parecchie volte di notte nel bosco attorno alla casa, prima che accadesse l’incendio.” Wladimirowich, nuova identità di Ludowiskoi, è un medico così bravo da esser nominato il medico dello zar. Altezzoso, arrogante, induce in uno stato di malattia il figlio del potente imperatore, per poi salvarlo ed essere vezzeggiato alla stregua di un salvatore. È un uomo privo di scrupoli. Pratica l’omicidio, divulga la menzogna e compie rapimenti che hanno come ragione il desiderio di vendetta. Ancora una volta viene scoperto e costretto a fuggire. Divenuto Eliam, viene descritto nell’atto di un rituale che rimanda ancora una volta alla scena (ripresa da Carmilla) dell’uccisione di Lucy Westenraerna in Dracula. “Vidi Eliam armato del sottile specillo accostare la mano al bel seno di Eva, e vidi da quel niveo seno sprizzare bollente e rubicondo il sangue. ”
Fortissima la matrice romantica del romanzo di Mistrali, un vero e proprio DNA che è riscontrabile anche nella produzione di Bram Stoker. L’amore è sempre la benzina che conferisce il moto ai personaggi. Per l’intreccio di amori che caratterizzano il testo, Jacopo Carozza ha definito Il Vampiro “Un Posto al Sole in salsa gotica.” La cosa però non deve sorprendere o ritenersi retaggio di una letteratura nera ancora agli albori. Tutt’altro. Se si legge, a esempio, l’ultimo romanzo di Bram Stoker, The Lair of the White Worm (La Tana del Serpente Bianco), si vede quanto la tematica sia riscontrabile alla medesima maniera anche a inizio novecento, più specificatamente nel 1911. Più sorprendente allora è rintracciare, nel testo di Mistrali, aspetti su cui il collega irlandese ha costruito il suo marchio di fabbrica. Tra questi vi è il concetto della “new woman” e l’idea del matrimonio come istituto chiamato a imbrigliare quell’indipendenza a cui, al decorrere degli anni, la donna era sempre più destinata. Nei romanzi di Stoker vi è un fil rouge che collega tutte le opere ed è costituito dal ruolo della donna moderna che acquisisce sempre più uno spazio centrale nelle sorti della società post-vittoriana. Stoker diventerà una sorta di profeta di un prototipo di donna autonoma e consapevole della propria forza, destinata a scalzare la supremazia dell’uomo, ma anche in grado di sostenere il proprio amato e di affrontare con intraprendenza i pericoli della vita. Mistrali, che scrive prima ancora che Stoker debutti nel mestiere, è sulla sua stessa lunghezza d’onda. Tutti gli intrighi orditi dalla setta dei Vampiri vengono disinnescati da una donna: Maria Paulowna. È lei a informare lo Zar delle trame ordite dal marito. Mistrali intuisce il progredire di una nuova figura di donna, che si fa sempre più largo nelle maglie della storia. “La donna moderna” scrive “è una cosa nuovissima. Il nostro secolo potrebbe invocare un brevetto d’invenzione. La questione sociale progredisce come una marea. La corruzione ha guadagnato le cime più eccelse.” Da indipendentista convinto, Mistrali non può non schierarsi in favore dell’emancipazione del gentil sesso. Così si scaglia contro l’istituto del matrimonio e la pratica delle unioni combinate. “Davanti alla forzata benedizione di un prete ossequiente alla tirannide di un despota doveva tacere anche la voce dell’anima? Ogni donna, o almeno la maggioranza delle donne, sono forzate a studiare questo problema sociale imposto loro dalle circostanze inesorabili della vita. È un argomento scabroso, ma che deve pesare sulla gran bilancia della giustizia.” Eloquente, al riguardo, la scelta di Bram Stoker di mostrare la mummia dell’antica regina chiamata alla resurrezione in The Jewel of the Seven Stars sprovvista di sudario e vestita da sposa., quasi a voler simboleggiare la rinascita di una new woman liberata dal freno del matrimonio e in reale rapporto paritetico con l’uomo che, per questo, ne nutre sospetto e timore.
Altro tema ricorrente in Stoker è la paura per lo straniero che giunge dall’esterno. Si tratta di un atteggiamento registrabile sia nel Dracula che in altre opere, tra le quali The Jewel of the Seven Stars e The Lady of the Shorud. Stoker vede nelle culture estere una minaccia ai valori vittoriani, un motivo di contaminazione che può portare l’Inghilterra sulla via sbagliata. Ebbene, qualcosa del genere è percepibile anche in Mistrali che parla della Russia quale una concreta minaccia all’integrità dell’Europa. Contro di essa fanno banda il Principato di Monaco, la Francia e persino alcuni rappresentanti tedeschi. Lo scrittore parmense patteggia per la Polonia, pone, pur personalizzandolo e caricandolo di sentimenti umani, sotto una cattiva luce lo Zar Nicolò. Lo zar è un despota crudele, forse più dei congiurati che lo vorrebbero morto, per la sua sete di potere e di espansione, ma nei momenti di crisi è un uomo come gli altri.
Una considerazione finale, giusto per concludere da dove eravamo partiti, va spesa per la figura del vampiro. Nell’opera di Mistrali il principe della notte è meramente accennato, caricato di valenze metaforiche, più che maledette, con una sorta di mad doctor e una setta segreta che praticano il culto del sangue per finalità esoteriche. C’è però una descrizione, fatta dal conte Kostia, in cui viene definito in modo classico l’archetipo del vampiro. “È il bevitore di sangue. Spettro sepolcrale, esce dai cimiteri di notte, ravvolto nel suo sudario, e va in cerca delle vittime addormentate. Penetra nelle stanze come un fumo inconsistente. Di preferenza getta il suo amor fatale sulle giovani creature… Quando il mostro è entrato nella stanza e sta presso alla vittima, un sonno più pesante, un sonno magnetico, profondo, pesa sugli occhi della stessa. Lo spettro si china, scopre il seno palpitante e posa le labbra fredde dove batte il cuore. Quel bacio richiama da un’impercettibile ferita, la puntura di un ago d’oro, uno zampillo di sangue bollente, onda di vita. Quando l’oscena larva s’è dissetata alla cruenta fonte svanisce com’è venuta, e la vittima, sciolta nel fascino, si desta affranta, spossata, non senza avvertire una strana doglia dal manco lato del petto. Ma il vampiro torna e ritorna. Ciascun dì le forze della vittima vengono meno, finché l’inesplicabile languore la uccide.” Mistrali ha appena descritto, in anticipo di trent’anni, parte del soggetto di Dracula, vale a dire l’attacco perpetrato dal vampiro, fino al sopraggiungere della morte, ai danni di Lucy Westenra. Vi è di più. Mistrali scrive anche la successiva parte, quella che vedrà Van Helsing e il suo seguito eliminare la vampiressa. “Quando il processo era chiuso ed era ben dimostrato che il cadavere usciva di notte dalla tomba per tormentare i viventi, lo disseppellivano, gli trapassavano le viscere con un palo aguzzo cavato da un albero fresco, gli mozzavano il capo, gli strappavano il cuore da ardere su un braciere. Buttavano su tutta codesta beccheria un secchio d’acqua benedetta, tornavano a seppellire il morto e il villaggio riprendeva la sua quiete e poteva dormire in pace.”
Vi sembra poco? Sono passaggi che, se si fosse conosciuto Mistrali per come noi oggi lo conosciamo, avrebbero fatto gridare al plagio forse ridimensionando il mito Stoker.
Come si può leggere, Mistrali non parla del bacio sul collo, sebbene prima di lui lo avesse fatto Polidori. Per il resto le similitudini con Stoker sono tali da poter, senza ombra di fallo, definire a giusta causa Mistrali col titolo de “il Bram Stoker italiano”. Un’ultima cosa, a proposito del morso sul petto indicato dallo scrittore parmense: in che modalità avviene il battesimo di sangue di Mina Harker per mano di Dracula?
Se doveste avere ancora dei dubbi, ve lo lascio dire dalle stesse parole utilizzate da Bram Stoker: “Con la mano sinistra stringeva quelle della signora Harker, bloccandogliele dietro il dorso; con la mano destra le aveva afferrato il collo, obbligandola a chinare il volto verso il proprio petto. La bianca camicia da notte era sporca di sangue, e un rivolo scorreva sul petto nudo dell’uomo che s’era aperto l’abito. La posizione dei due aveva una terribile somiglianza con l’immagine di un bambino che caccia il naso di un gatto in un piattino di latte per obbligarlo a bere.”

Note:
1 Cfr Gian Filippo Pizzo, in Guida alla Letteratura Horror,Odoya, Bologna, 2014, p.
2 In Introduzione a Il Vampiro. Storia Vera di Franco Mistrali, Keres Edizioni, p.10, Antonio Daniele scrive che “I bevitori di sangue delle penne italiche risultano piuttosto differenti da quelli della letteratura anglosassone.”
3 Per approfondimenti Zotique 5. Speciale Bram Stoker, Dagon Press, Pineto, 2021.
4 Dichiara Van Helsing in Dracula: “L’errore della nostra scienza è quello di pretendere di spiegare tutto. E se essa non spiega, allora dice che non c’è niente da spiegare. Eppure attorno a noi vediamo ogni giorno la nascita di nuove credenze, che si pretendono nuove quando invece sono solo le vecchie, che fingono se stesse giovani. Io suppongo che voi non crediate nella dislocazione corporea e neppure nella materializzazione. E neppure nei corpi astrali. No? E neppure nella lettura del pensiero e ben che men nell’ipnotismo…”

Per le foto della prima edizione de Il vampiro di Franco Mistrali ringraziamo Jacopo Corazza, curatore della collana La biblioteca di Lovecraft della Arcoiris edizioni.

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