Dark waters di Vvilderness

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Dark waters di Vvilderness

Recensione di Antelmo Dionisi

I Vvilderness sono una one-man band ungherese di black post metal. L’unico componente Vvild aka Ferenc Kapriller suona tutti gli strumenti e le parti vocali, produce l’album e compone le musiche e i testi delle canzoni con l’aiuto della cantante Kazumi nel primo brano e title track, Dark Waters. Ferenc è autore anche dell’artwork così suggestivo dell’album autoprodotto.

Dark Waters è il suo secondo lavoro dopo Devour the sun del 2017 e il singolo Danu’s tears del 2019.

Tutti i brani sono caratterizzati da iniziali arpeggi folk o introduzioni sinth, atmosferiche e suggestive, che confluiscono presto nel suono di oscure e distorte chitarre black e nella voce esaltante e visionaria di Vvild che a volte è melodica altre oscura. Anche i riff di chitarra suonano pesanti e alternativamente melodici. L’aggressività sonora tipica del black metal diventa espressione del dolore, proiettata all’interno di se dall’artista ungherese. Dolore per la natura violentata dall’uomo che si è allontanato dalla propria essenza spirituale rinunciando alle sue potenzialità energetico/naturali. Una sorta di ansia di rigenerazione cosmogonica/umana attraversa l’intero album e la title-track in particolare.

Questo disco è caratterizzato da un approccio produttivo essenziale ma non per questo inefficace, anzi. L’essenzialità esalta la potenza sonora, si trasforma in energia vocal/musicale.

L’oscurità si fonde con la luce, come in un’illustrazione di una foresta le cui ombre sono dardeggiate da un sole morente.

Dark waters, prima canzone e title track, incomincia con una breve atmosfera black ambient alla quale segue l’arpeggio folk e la dolce ed eterea voce femminile che confluisce in distorte chitarre black che falciano il tappeto sonoro come strumenti della Nera Signora (grande Madre delle tenebre e rigeneratrice della vita) cui presto si unisce la maschile voce growl di Vvild. La base ritmica è precisa e potente. Tecnica e ispirazione si fondono alla perfezione. Alla voce maschile si alterna quella femminile di Kazumi per unirsi saltuariamente in un doppio cantato che alterna durezza musical/vocale e dolcezza sonora. Finché la canzone, dopo gli ultimi scream/growl del cantante, non si spegne come una candela che gradualmente si consuma.

Havasok/Snowy Mountains, il momento top dell’album, reinterpreta una melodia Székely che è diventata parte dell’inno nazionale Székely, un inno popolare che omaggia i ragazzi che hanno combattuto e sono caduti per il popolo Székely dell’Ungheria nelle guerre iniziate dai loro padroni austro-ungarici nel passato di questo popolo. Gli striduli strumenti sintetici a fiato simili a cornamuse ottengono un sapore marziale: presto arriva l’oscuro e dolorifico/aggressivo cantato di Vvilder per parlarci della triste storia di questi giovani morti in una guerra che non gli apparteneva e che li ha visti solo come vittime/carne da macello.

La strumentale Wilderness, in chiusura, è caratterizzata dal suono atmosferic black sintetico/elettronico e da quello di cornamuse, generati entrambi dal sinth. Qui regna il silenzio, come un paese al tramonto o una terra oscurata da un eclissi solare. Il brano procede uguale a se stesso sfidando l’ascoltatore a lasciarsi sedurre, sfiorando a tratti la noia ma mai raggiungendola veramente.

Dark Waters è stato inizialmente pubblicato all’inizio del 2020 tramite Bandcamp, e inoltre è uscito in vinile tramite Casus Belli Musica.

È quasi miracoloso, come un esperimento alchemico riuscito, che una sola persona abbia potuto creare, produrre suonare e interpretare questo album.

Una opera al nero, un piccolo capolavoro, Dark Waters risuonerà nelle vostre orecchie e nel vostro spirito come un diamante grezzo ancora non lavorato ma già splendente di una luminosità oscura.

Due parole vanno spese anche per la bella copertina che rimanda al mito rigeneratore del serpente Ouroborus e contemporaneamente all’immagine di Gaia Madre Terra.

Dark Waters

Tracks:

1 – Dark Waters

2 – Danu’s tears

3 – Mist Pillars ‘19

4 – Havasok – It comes with the rain

5 – Havasok – Snowy Mountains

6 – Wilderness

Disponibile sia in versione digitale sia su supporto cd su bandcamp al link: https://vvilderness.bandcamp.com

Pagine social:

https://www.instagram.com/vvildernessband/ https://www.facebook.com/vvilderness/

Testo di Dark waters

A cold breeze of dawn I feel on my skin
While I’m waiting on the shore
Fly my sorrow o fly away with the wind
As the waves of dark waters roar
If only I’d recall that forgotten time
Sank in dark waters of yore
I’d gather shards of what was mine
Washed piece by piece ashore

If I could dive deep and grow my own fins
I’d like to swim like a sea serpent swims
Towards the horizon and the morning star
Play in the foams of waves from afar
If I could dive deep and grow my own fins
I’d like to swim like a sea serpent swims
To rule all the seas and the roots of the earth
To shape all new cycles and witness all the dying and rebirth

Surface is my heavens I worship the light
Between semidarkness and eternal night
I see setting sun through a fragmented glass
Firmament sustained by eelgrass

A cold breeze of dawn I feel on my skin
While sailing under grey skies
Fly my sorrow o fly away with the wind
Like vapours from dark waters rise
If only I’d recall that forgotten time
Sank in dark waters of yore
I’d gather shards of what was mine
Washed piece by piece ashore

If I could dive deep and grow my own fins
I’d like to swim like a sea serpent swims
And rule all the seas and the roots of the earth
To let them all know and see what it’s worth
If I could dive deep and grow my own fins
I’d like to swim like a sea serpent swims
To shed salty tears for the passing of all
Abyss calls me and I’m not ready to answer the call

Could I dive into the dark
The darkest of the trenches of the deep

Surface is my heavens I worship the light
Between semidarkness and eternal night
I see setting sun through a fragmented glass
Firmament sustained by eelgrass

The blue-grey darkening the increasing pressure
Cooling blood vessels heart rate going low
Blind visual nerves unable to measure
An empty universe waiting for me below
Waiting below

I am the soul of the ocean
Every grain of sand on the seaside
I set the tides in purposive motion
To wash down the shelves my pain to subside

The blue-grey darkening the increasing pressure
Cooling blood vessels heart rate going low
Blind visual nerves unable to measure
An empty universe waiting below

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