Methodology – Resonanz Kreis: la nuova elettronica dark

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Methodology - Resonance Keys: la nuova elettronica darkRecensione di Lord Belial

L’album Methodology di Resonanz Kreis, composto da brani downtempo quasi totalmente strumentali, caratterizzati da stratificazione sonora, loop che si ripetono e piacevoli contrasti, possiede un suono alieno e dark adatto allo score di un film underground di fantascienza.

O a un horror body movie di David Croneberg prima maniera (da Il demone sotto la pelle a Spider). Oppure il primissimo David Lynch di Eraserhead – La mente che cancella.

Ricorda i Depeche Mode più dark, la dark wave in generale, ma anche i padri dell’elettronica come Hector Zazou, i Kraftwerk, Steve Roach (precursore dell’ambient e altro) e Harold Budd (anticipatore, tra l’altro, dell’ambient e rinnovatore di se stesso insieme a Hector Zazou (drum ‘n bass anni 90).

Tutto l’album è composto da mantra elettronici ognuno con le proprie peculiarità.

Newday ricorda la rigenerazione, il passaggio dalla notte al giorno, dal sonno alla veglia. Inizia con una preghiera cristiana (“Now I go to sleep, pray the lord my soul to keep, If I die before I weak”) che usarono anche i Metallica per Enter Sandman, ripetuta più volte, mentre la musica prosegue come un mantra tibetano contraddistinto da interferenze sonore circolari e dark ambient e suoni essenziali di chitarra e interferenze noise-ambient. In questo brano l’artista ci parla, attraverso il suono strumentale e il verso religioso, della paura della notte/morte e l’ansia/gioia del risveglio al nuovo giorno.

Afraid è composto da loop sonori. Un mantra spaziale tecno-dark-pop. La voce ricorda i Depeche Mode, come se Dave Gahan invece di farsi di eroina e cocaina, si fosse fatto di peyote. Insieme al verso iniziale (“Do you know? I am scared”), solo una parola compone il testo della canzone: “Afraid” ripetuto e ripetuto, insieme alla frase “I am scared”, anche essa reiterata. Poche parole che dicono tanto. Di cosa ha paura Resonanz Kreis? Forse di se stesso? Forse della realtà che lo circonda?

Mainframe è un mantra oscuro denotato da elettro-drumming. Sullo sfondo del tappeto sonoro ambient creato da suoni circolari che si intersecano alla Steve Roach, ascoltiamo interferenze vocali come lamenti/latrati di cani cyborg. Il drumming downtempo gradualmente si accentua e diventa più aggressivo mentre il background roachiano resta uguale a se stesso.

Radioactive è pura New Dark Age. È la nuova era atomica. Il suono quasi acquatico fa pensare agli abissi oceanici. Un oceano inquinato dalle radiazioni? Score ideale potrebbe essere anche per un movie di scienze fiction anni 50/60. Terrore nello spazio di Mario Bava o il più blasonato Guerra di mondi di Byron Haskin potrebbero essere commentati da musiche così.

Time to change è introdotto da chitarre elettriche dal suono melodico che contraddistinguono l’intero brano, su una base ritmica ambient-noise. I versi si ripetono e anche qui parlano di giorno e notte, morte e cambiamento.

I need space è introdotta da suoni che mi fanno pensare ancora una volta a Steve Roach. Entrano in scena subito chitarre distorte e un drumming all’Harold Budd/Hector Zazou anni ʼ90. Ogni tanto il fondo sonoro e il drumming sono infiltrati dalle chitarre distorte, creando un accattivante contrasto. Il brano sfuma gradualmente.

Doll è composta da suoni giocattolo, dispositivi caricati a molla. Dark ambient. Ideale commento sonoro per un balletto moderno. Verso la fine del brano entrano in scena accattivanti riff di chitarra elettrica che si ripetono. Il suono gradualmente sfuma fino a ridursi al silenzio. Il carrillion ha finito la carica. La ballerina/bambola giocattolo ha terminato di danzare.

In Walkabout il drumming è più potente e aggressivo rispetto agli altri brani ed è caratterizzato da ansiti vocali che si ripetono e dalle chitarre elettriche che percorrono l’intero brano. Un loop synth/vocal/ansiogeno quindi che ricorda gli ultimi minuti di vita di qualcuno che sta morendo senza essersi pentito dei propri peccati. Il suono è perciò agonico e non lascia speranze a chi lo ascolta.

Paura, morte, ansia di vivere e gioia della rigenerazione/rinascita vengono in mente durante l’ascolto di questo album. Consigliato a chi ama la Dark Wave, i Depeche Mode più oscuri, ma anche i Grandi Padri come Steve Roach, Harold Budd e Philip Glass.

Viaggerete con la mente attraverso lande oscure, talvolta illuminate, talvolta no.

Luce e ombra. Notte e giorno. Una fusione taoista di opposti (yin-yang) trasposta in musica. Ottimo, oltre che per l’ascolto, anche per la meditazione (astenersi new love age fans) o per la lettura di un buon libro di fantascienza. Magari cyberpunk.

Io do il benvenuto a Resonanz Kreis tra i nuovi alfieri dell’elettronica dark.

Resonance keyBiografia:

Il progetto solista Resonanz Kreis nasce a Cuneo verso la fine degli anni 90. Influenzato dalle sonorità fredde (Depeche Mode, Röyksopp, Orbital, Plaid, Kraftwerk) mescola l’elettronica con atmosfere Dark e New Wave. Ha prodotto una serie di Singoli, EP e Album disponibili sui principali stores e servizi streaming.

Dal 1 febbraio 2021 è disponibile Methodology, un altro passo nell’evoluzione musicale di Resonanz Kreis.

Links per lo streaming:

Spotify: https://open.spotify.com/album/5cW1f9X43n0nSUXOYBeJuL

Deezer: https://deezer.page.link/sxQq35pnbi8tMJ9NA

Bandcamp: https://resonanzkreis.bandcamp.com/album/methodology

Methodology

Track list:

1. Doll
2. New Day
3. Time to Change
4. Mainframe
5. Radioactive
6. Afraid
7. I Need Space
8. Walkabout

Data release: 1 Febbraio 2021

Genere: downtempo, ambient

Label: Auto-produzione

Web links:

Facebook: https://www.facebook.com/resonanzkreisofficial

Instagram: https://www.instagram.com/resonanzkreis/?hl=it

Sito Ufficiale: https://resonanzkreis.wixsite.com/resonanzkreis

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